Sistemazione superficiale metrobus stazione Europa, Brescia, Italia – 2012
Il progetto relativo alle Opere Complementari alla Stazione Europa della Metropolitana leggera di Brescia si inseriscono in un quadro più generale che affronta, con diversi progetti e progettisti la trasformazione di aree che avranno carattere strategico nel ridisegno urbano della città di Brescia. Il progetto cui la presente relazione si riferisce è relativo alle aree soprastanti la Stazione Europa, che va ad inserirsi nel più ampio programma di riqualificazione di viale Europa per una lunghezza di 1,5 km. A partire da Via Branze, lo spazio progettato si sviluppa per 168 ml verso sud per una larghezza di 28 ml per un totale di 5.200 mq. Il sito e il progetto sono di particolare importanza per il contesto nel quale vanno ad inserirsi. Ad ovest dell’area si sviluppa infatti la “cittadella” universitaria dove sono ubicate le Facoltà di Ingegneria, di Medicina, di Giurisprudenza, la mensa, le strutture sportive, gli alloggi universitari e la sede dell’ISU (Istituto Studentesco Universitario). Per tale motivo la piazza costituisce e costituirà l’accesso est al comprensorio universitario. In tale ottica il progetto ha cercato di conformarsi al tema ricercando la facilità di relazione tra area universitaria e stazione Metrobus da un lato, ed evidenziando la vocazione del sito attraverso la composizione architettonica. Il disegno dello spazio pubblico, impreziosito dai materiali utilizzati, si pone come elemento di riqualificazione architettonica del contesto ponendosi quale naturale zona di sosta, intrattenimento e relazione per gli studenti. Lo spazio, di forma allungata, risulta privo di forti relazioni con edifici del contesto e si pone più come slargo che come piazza. Condizioni che hanno reso evidente la necessità di realizzare una piazza allungata che agevolasse i flussi nelle direzioni nord-sud ed est-ovest tramite percorsi chiari, riconoscibili e agevoli. Il tentativo è quello di attribuirgli connotati da piazza attraverso il disegno di textures che, attraverso l’utilizzo di diversi materiali, contribuiscano a ricondurlo a “recapito” urbano. La geometria delle textures viene ricondotta a due assi principali: quello longitudinale e quello trasversale. Il disegno della piazza viene affidato ad un disegno generale della pavimentazione affidato alla pietra di Diorite che crea un’uniformità con i cromatismi della stazione sottostante in corso di realizzazione. Intarsi longitudinali in pietra di Botticino fanno “vibrare” lo spazio secondo un’immagine planimetrica da “codice a barre”. Affiancate ai corsi in Botticino, panche in vetroresina trasparenti vengono collocate secondo una logica “random”, sempre in senso longitudinale, offrendosi all’utilizzo per la sosta e fungendo, al tempo stesso, da corpi illuminanti. A ovest, verso l’area universitaria, una siepe di bosso funge da elemento separatore. Da questa partono, con geometria rigorosa, fasce di verde trattato a prato verso il centro della piazza. Tali aiuole, che contribuiscono al disegno finale dello spazio, sono servite da un impianto di irrigazione. Un varco, a sud dell’area, consente il collegamento tra la stazione della metropolitana leggera, quella dei bus e l’area universitaria. A nord della piazza, verso la rotatoria, un’aiuola impedisce il parcheggio selvaggio salvaguardando la visuale, essendo a raso. Il progetto ha riproposto l’idea su cui si basava il progetto preliminare: quella cioè di realizzare uno spazio pubblico che potesse riverberare nel contesto urbano un senso di contemporaneità, di qualità e di innovazione. Il progetto, oltre a rendere maggiormente efficiente la viabilità del quartiere, tende con il proprio disegno, a conferire un senso forte di urbanità che rimuove l’immagine da periferia della vecchia strada, ponendo la nuova piazza allungata della stazione Europa come un tassello significativo della riorganizzazione degli spazi pubblici nel tessuto urbano lungo il corridoio del metro bus, rafforzando l’immagine di una città curata e attenta al vivere comune dei suoi cittadini.